L’onda perfetta: “dove cielo e mare si incontrano”.
La vita è come un’onda, col suo movimento di maree spinge in avanti con forza e, con altrettanta forza, ti riporta indietro con la risacca. L’importante, come dice qualcuno importante, è non sprecare energie per raggiungere la riva quando la corrente tira indietro. Bisogna accompagnarla questa corrente, darle l’illusione di aver vinto, e attendere che l’onda montante ci spinga di nuovo a riva. È la metafora a cui penso quando vedo e ascolto la famiglie dei nostri ragazzi che, dopo mesi di risacca, ovvero di impossibilità ad incontrarsi, stanno per raggiungere la meta. Ci siamo quasi, pronti a riprendervi i vostri affetti, che non avete mai perso, raggiungendo nuovi equilibri perché quelli raggiunti con più o meno fatica si sono interrotti. Ma questo tempo di adesso, diverso da quello di Marzo, differente da quello di luglio, e poi di tutto il tempo che verrà, è il tempo della riva. Vorrei trovare parole mie per il racconto dei ritorni, ma non le ho: devo necessariamente citare le vostre. “Scusami Tiziana se ti chiamo a quest’ora ma domani devo vedere mio figlio…ho paura, paura che non accetti di vedermi senza venire a casa, senza fare un giro in macchina”. Provo a rassicurare con lealtà, riuscendo solo a dire che se anche dovesse accadere, non sarà sola. Quando, poi, il giorno successivo, seduta di fronte a me, occhi negli occhi “è andato tutto bene, grazie…” Vorrei dire grazie a voi, mamme e papà, che siete per me l’onda perfetta, quella dello scrittore Bambarèn, da cui prendo in prestito questo pensiero stupendo:
“Che tu ci creda o no, amico, c’è un tempo per ogni cosa. Non c’è niente di peggio che tormentarsi con la catena dei ‘se’…”
Tiziana Petrosino